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per noi commessaggesi non è solo una massiccia costruzione che sovrasta le più modeste case del luogo ma un simbolo storico, politico, civile.

Storico, perchè ci ricorda l'antica dominazione dei Gonzaga; politico, perchè il paese anche se scarso di abitanti e con territorio limitato, godette per secoli di una sua autonomia amministrativa sia pure nell'ambito delle Signorie Gonzaghesche; civile, come espressione delle doti caratteristiche del nostro popolo: la tenacia al lavoro, la fedeltà alla terra, l'attaccamento alle tradizioni religiose, la generosità e schiettezza. Per questo motivo si volle inserire il torrazzo nello stemma Comunale a fianco dell'albero chiomato che prima vi campeggiava solitario con il motto: "Semper frondescens", quasi ad indicare la perenne vitalità di nostra gente la quale con secolare fatica redense le terre, riscattandole dalla palude e le popolò rendendole ognor feconde .

Il torrazzo s'innalza all'angolo delle vie Garibaldi e De'Musoni, la fronte rivolta a Sud, ha pianta rettangolare 12x10 m., l'altezza è di 25 m.. La base a scarpata rende più stabile la costruzione; i muri perimetrali spessi cm. 90, al vertice si allargano per far posto alle caditoie, incoronate di merli in rilievo cui sovrasta il tetto a capriate. I castelli e le torri dei Gonzaga (vedi S.Giorgio di Mantova ) portano questa caratteristica copertura richiesta dal nostro clima con inverni lunghi e rigidi. Le precipitazioni abbondanti avrebbero compromesso le volte con infiltrazioni d'acqua. Certamente il tetto fa apparire la costruzione tozza togliendo lo slancio delle alte muraglie.

Il portone che si apre su via De' Musoni anticamente non esisteva come si può vedere dalla fig. stampa del '700. (l'ingresso era dall'interno); vi è murata una lapide latina su cui leggesi la seguente iscrizione; "Vespasianus Dei Gratia Dux Sablonetae Primus conspicuam hanc turrim flumini imposuit et interruptum iter ponte stravit anno a nativitate Domini MDLXXXIII ."che tradotta suona così:Vespasiano Gonzaga -per grazia di Dio- primo duca di Sabbioneta questa torre imponente- elevò presso il fiume e le opposte rive-con un ponte congiunse-nell'anno del Signore 1583 .

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L'interno è diviso in tre ampie camere a volta e cinque stanzette intercomunicanti,servite da una meravigliosa scala a chiocciola,interamente in marmo,con un raggio di  metri 1,70 e ben125  scalini. Il visitatore resta deluso per la nudità degli ambienti: camini di marmo pregiato nelle sale maggiori con grandi volte a vela, bei soffitti con beccatelli nei locali piccoli ma nessuna traccia di pitture; qua e là scalpellando l'intonaco, sono apparsi segni di contorno per una eventuale  decorazione non eseguita forse per l'immatura morte del Duca (1591).

 La torre serviva come sede del corpo di guardia, alloggiandovi le truppe che Vespasiano in lotta coi parenti di Bozzolo ai quali aveva tolto il nostro paese, doveva scaglionare ai confini del minuscolo ducato.  Non è difficile immaginare  la scena di un assalto alla torre e la valida difesa dei mercenari che,  asserragliati fra le potenti mura, con magazzini ben riforniti di armi e vettovaglie, erano in grado di resistere ad un lungo assedio.

Sembra peraltro che un fatto del genere non si sia mai verificato.  La morte di Vespasiano segnò pure la fine del suo dominio e Commessaggio segui le alterne vicende dei Gonzaga di Bozzolo.

 

La bellezza del torrazzo è notevole sopprattutto all'aurora quando le sue pareti di cotto cosi sensibili alla luce si tingono di un rosa trasparente e al tramonto che le colora di rosso fuoco; mentre appare cupo e arcigno sotto il plumbeo cielo invernale o quando lo fascia la triste nebbia. Molti pittori si sono cimentati nel ritrarlo in tutti i modi specialmente  unito al vecchio ponte con risultati più o meno brillanti.

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