PRODOTTO INTERNO LORDO - P.I.L.

per rendersi conto...  VEDI i DATI sul P.I.L.


Per maggiori informazioni vedi  Wikipedia, l'enciclopedia libera
 

Il Prodotto Interno Lordo (PIL), in inglese GDP (Gross Domestic Product), è il valore complessivo dei beni e servizi finali prodotti all'interno di un Paese in un certo intervallo di tempo (solitamente l'anno). È considerato la misura della ricchezza prodotta in un Paese.

Da un altro punto di vista si può anche dire che il PIL è la somma dei valori aggiunti generati dalle imprese private e dalla Pubblica amministrazione all’interno di un dato paese in un determinato periodo di tempo.

  • il PIL è detto Lordo perché è al lordo degli Ammortamenti

(Per ammortamento si intende il procedimento con il quale si distribuiscono su più esercizi i costi di beni a utilità pluriennale, che possono essere di diversa natura).

  • il PIL è detto Interno in quanto comprende il valore dei beni prodotti all'interno in un paese (indipendentemente dalla nazionalità di chi li produce)

È una misura basilare usata in macroeconomia.

A partire dal PIL è definibile il reddito pro-capite. Il reddito pro-capite è pari al rapporto tra il PIL e il numero dei cittadini: è evidente la correlazione diretta fra la ricchezza individuale e quella nazionale.

Come ogni misurazione economica, il PIL può essere misurato in termini reali o termini nominali. Misurare il Pil in termini nominali vuol dire misurarlo nel suo valore espresso in moneta attuale. Esprimerlo in termini reali vuol dire esprimerlo in termini di un certo anno (scelto costante nel tempo), dividendo il PIL nominale per un indice chiamato "deflatore del PIL", ovvero scontato per l'inflazione. Il PIL reale, al contrario di quello nominale, può essere confrontato fra anni diversi.

 

Considerazioni generali

  • Il PIL tiene conto di tutte le transazioni in denaro, e trascura tutte quelle a titolo gratuito, restano quindi escluse le prestazioni nell’ambito familiare e quelle attuate dal volontariato (si pensi al valore economico del non-profit).

  • Il PIL tratta tutte le transazioni come positive, cosicché ne entrano a far parte i danni provocati dai crimini, dall’inquinamento, dalle catastrofi naturali. (Esempio: se compri un'auto il PIL cresce, se hai un incidente, il PIL cresce, se sei ospedalizzato il Pil cresce e così via). In questo modo il PIL non fa distinzione tra le attività che contribuiscono al benessere e quelle che lo diminuiscono.

Principali critiche e considerazioni

Il PIL tratta il deprezzamento del capitale naturale/ambientale e del capitale sociale come componente positiva e ciò rappresenta una violazione dei più elementari e sani principi contabili.

Esempio: se una proprietà agricola di pregio viene trasformata in un parcheggio, il PIL contabilizza l’ammontare del denaro coinvolto ma non considera il deprezzamento del capitale naturale per una siffatta trasformazione, da suolo fertile e produttivo a superficie asfaltata.

I tumori causati dall'inquinamento fanno aumentare il PIL, perché generano posti di lavoro e spese per le cure che vengono conteggiate in positivo, mentre non viene contabilizzato il danno sociale e umano della malattia; viene invece contabilizzata l'eventuale perdita di remunerazione nel caso in cui la persona colpita non possa lavorare.

  • Quanto minore è la propensione al risparmio, ossia tanto maggiore è la propensione ai consumi, tanto più cresce la ricchezza nazionale, qualunque azione venga intrapresa (riduzione delle tasse, spesa pubblica, spesa in disavanzo).

  • L'efficacia nello stimolare la domanda è sempre maggiore nel caso della spesa pubblica, la quale produce il maggior aumento della ricchezza nazionale (e tasso di crescita annuo).

  • Per il teorema del bilancio in pareggio l'aumento del PIL (ricchezza nazionale) prodotto dalla spesa pubblica è massimo quando il disavanzo pubblico è pari a zero. L'effetto è più contenuto quando il disavanzo è diverso da zero.

  • Un risultato sorprendente è invece che un avanzo del bilancio pubblico ha un effetto negativo sulla spesa pubblica. Perciò, strutturalmente le pubbliche amministrazioni tendono a non avere risparmi.

  • Tradizionalmente, l'austerità e il pareggio di bilancio sono obiettivi opposti alla piena occupazione ed alla spesa pubblica. Il teorema mostra che la spesa pubblica è conveniente quando si è raggiunto il pareggio.

  • Molti economisti odierni concordano sulla convenienza della spesa in disavanzo in situazioni di recessione o crescita lenta del PIL (inferiore al 4% annuo) per la quale lo Stato spende in misura maggiore delle sue entrate indebitandosi. Anche una spesa pubblica in disavanzo produce un aumento del PIL maggiore ed è più efficace di una riduzione della pressione fiscale. In altre parole, la spesa pubblica ha un moltiplicatore più alto della riduzione delle tasse, definite come percentuale del reddito nazionale.

Alternative al PIL

Il principale indicatore proposto come alternativa al PIL che tiene conto delle principali critiche poste ad esso, è il Genuine Progress Indicator (GPI), in italiano "indicatore del reale progresso".

Il GPI ha come obiettivo la misurazione dell'aumento della qualità della vita (che a volte è in contrasto con la crescita economica, che invece viene misurata dal PIL), e per raggiungere questo obiettivo distingue con pesi differenti tra spese positive (perché aumentano il benessere, come quelle per beni e servizi) e negative (come i costi di criminalità, inquinamento, incidenti stradali). Simile a questo indice esiste un Prodotto interno lordo verde introdotto da alcune province cinesi.

Un ulteriore indicatore, alternativo a GPI e PIL è la Felicità Nazionale Lorda (FIL) oppure, per valutare la qualità della vita dei cittadini dei paesi membri delle Nazioni Unite vi è l'Indice di sviluppo umano.

Recentemente è stata sostenuta la proposta, ideata nel 1989 da Herman Daly e John Cobb, di utilizzare un indicatore alternativo al Pil:

 l'ISEW.

In tale indicatore rientra non solo il valore complessivo dei beni e dei servizi finali prodotti in un paese, ma anche i costi sociali e i danni ambientali a medio e lungo termine. In pratica, il calcolo dello sviluppo di paese non si baserebbe più soltanto sulla mera crescita economica ma anche su fattori sociali ed ambientali che considerano la soglia dello Sviluppo Sostenibile.

A questo riguardo, è recentemente stata pubblicata da Donzelli l'analisi condotta dall'Università di Siena sotto la direzione del professor Enzo Tiezzi: "La soglia della sostenibilità ovvero tutto quello che il Pil non dice".

 

VEDI i DATI sul P.I.L.