Il Prodotto
Interno Lordo (PIL), in inglese GDP (Gross
Domestic Product), è il valore
complessivo dei beni e servizi finali
prodotti all'interno di un Paese in un certo
intervallo di tempo (solitamente l'anno). È
considerato la misura della ricchezza
prodotta in un Paese. |
Da un
altro punto di vista si può anche
dire che il PIL è la somma dei
valori aggiunti generati dalle
imprese private e dalla Pubblica
amministrazione all’interno di un
dato paese in un determinato periodo
di tempo.
(Per
ammortamento si intende il
procedimento con il quale si
distribuiscono su più esercizi i
costi di beni a utilità pluriennale,
che possono essere di diversa
natura).
È una
misura basilare usata in
macroeconomia.
A
partire dal PIL è definibile il
reddito pro-capite. Il reddito
pro-capite è pari al rapporto tra il
PIL e il numero dei cittadini: è
evidente la correlazione diretta fra
la ricchezza individuale e quella
nazionale.
Come
ogni misurazione economica, il PIL
può essere misurato in termini reali
o termini nominali. Misurare il Pil
in termini nominali vuol dire
misurarlo nel suo valore espresso in
moneta attuale. Esprimerlo in
termini reali vuol dire esprimerlo
in termini di un certo anno (scelto
costante nel tempo), dividendo il
PIL nominale per un indice chiamato
"deflatore del PIL", ovvero
scontato per l'inflazione.
Il
PIL reale, al contrario di quello
nominale, può essere confrontato fra
anni diversi.
Considerazioni generali
-
Il PIL tiene conto di tutte
le transazioni in denaro, e
trascura tutte quelle a titolo
gratuito, restano quindi escluse
le prestazioni nell’ambito
familiare e quelle attuate dal
volontariato (si pensi al valore
economico del non-profit).
-
Il PIL tratta tutte le
transazioni come positive,
cosicché ne entrano a far parte
i danni provocati dai crimini,
dall’inquinamento, dalle
catastrofi naturali.
(Esempio: se compri un'auto il
PIL cresce, se hai un incidente,
il PIL cresce, se sei
ospedalizzato il Pil cresce e
così via). In questo modo
il PIL non fa distinzione tra le
attività che contribuiscono al
benessere e quelle che lo
diminuiscono.
Principali
critiche e considerazioni
Il PIL
tratta il deprezzamento del capitale
naturale/ambientale e del capitale sociale
come componente positiva e ciò rappresenta
una violazione dei più elementari e sani
principi contabili.
Esempio: se
una proprietà agricola di pregio viene
trasformata in un parcheggio, il PIL
contabilizza l’ammontare del denaro
coinvolto ma non considera il deprezzamento
del capitale naturale per una siffatta
trasformazione, da suolo fertile e
produttivo a superficie asfaltata.
I tumori
causati dall'inquinamento fanno aumentare il
PIL, perché generano posti di lavoro e spese
per le cure che vengono conteggiate in
positivo, mentre non viene contabilizzato il
danno sociale e umano della malattia; viene
invece contabilizzata l'eventuale perdita di
remunerazione nel caso in cui la persona
colpita non possa lavorare. |
-
Quanto minore è la
propensione al risparmio,
ossia tanto maggiore è la
propensione ai consumi, tanto
più cresce la ricchezza
nazionale, qualunque azione
venga intrapresa (riduzione
delle tasse, spesa pubblica,
spesa in disavanzo).
-
L'efficacia nello stimolare la
domanda è sempre maggiore nel
caso della spesa pubblica, la
quale produce il maggior aumento
della ricchezza nazionale (e
tasso di crescita annuo).
-
Per il teorema del bilancio in
pareggio l'aumento del PIL
(ricchezza nazionale) prodotto
dalla spesa pubblica è massimo
quando il disavanzo pubblico è
pari a zero. L'effetto è più
contenuto quando il disavanzo è
diverso da zero.
-
Un
risultato sorprendente è invece
che un avanzo del bilancio
pubblico ha un effetto negativo
sulla spesa pubblica. Perciò,
strutturalmente le pubbliche
amministrazioni tendono a non
avere risparmi.
-
Tradizionalmente, l'austerità
e il pareggio di bilancio sono
obiettivi opposti alla piena
occupazione ed alla spesa
pubblica. Il teorema mostra
che la spesa pubblica è
conveniente quando si è
raggiunto il pareggio.
-
Molti economisti odierni
concordano sulla convenienza
della spesa in disavanzo in
situazioni di recessione o
crescita lenta del PIL
(inferiore al 4% annuo) per la
quale lo Stato spende in misura
maggiore delle sue entrate
indebitandosi. Anche una
spesa pubblica in disavanzo
produce un aumento del PIL
maggiore ed è più efficace di
una riduzione della pressione
fiscale. In altre parole, la
spesa pubblica ha un
moltiplicatore più alto della
riduzione delle tasse, definite
come percentuale del reddito
nazionale.
Alternative al
PIL
Il principale
indicatore proposto come alternativa al PIL
che tiene conto delle principali critiche
poste ad esso, è il Genuine Progress
Indicator (GPI), in italiano
"indicatore del reale progresso".
Il GPI ha come
obiettivo la misurazione dell'aumento della
qualità della vita (che a volte è in
contrasto con la crescita economica, che
invece viene misurata dal PIL), e per
raggiungere questo obiettivo distingue con
pesi differenti tra spese positive (perché
aumentano il benessere, come quelle per beni
e servizi) e negative (come i costi di
criminalità, inquinamento, incidenti
stradali). Simile a questo indice esiste un
Prodotto interno lordo verde
introdotto da alcune province cinesi.
Un ulteriore
indicatore, alternativo a GPI e PIL è la
Felicità Nazionale Lorda (FIL) oppure,
per valutare la qualità della vita dei
cittadini dei paesi membri delle Nazioni
Unite vi è l'Indice di sviluppo umano. |
Recentemente è stata sostenuta la
proposta, ideata nel 1989 da Herman
Daly e John Cobb, di utilizzare un
indicatore alternativo al Pil:
l'ISEW.
In
tale indicatore rientra non solo il
valore complessivo dei beni e dei
servizi finali prodotti in un paese,
ma anche i costi sociali e i
danni ambientali a medio e lungo
termine. In pratica, il calcolo
dello sviluppo di paese non si
baserebbe più soltanto sulla mera
crescita economica ma anche su
fattori sociali ed ambientali che
considerano la soglia dello Sviluppo
Sostenibile.
A
questo riguardo, è recentemente
stata pubblicata da Donzelli
l'analisi condotta dall'Università
di Siena sotto la direzione del
professor Enzo Tiezzi: "La soglia
della sostenibilità ovvero tutto
quello che il Pil non dice".