DEBITO
PUBBLICO
Per Debito
pubblico si intende il debito dello stato
nei confronti di altri soggetti, individui,
imprese, banche o soggetti stranieri, che
hanno sottoscritto obbligazioni (come BOT e
CCT) destinate a coprire il fabbisogno
finanziario statale.
Più critica è
la situazione quando i titoli da ripagare
sono in possesso di stranieri, cui si pagano
gli interessi sul debito. In questo caso, si
ha una fuoriuscita di capitali dal paese.
La spesa
per gli interessi corrisposti ai detentori
delle obbligazioni statali viene indicata
come servizio del debito.
In pratica il Debito
pubblico è costituito dalla somma di tutti i
Disavanzi (Deficit) pubblici realizzati nei
Bilanci Statali nei vari anni |
Di solito i titoli
di stato sono
considerati titoli a
basso rischio,
equiparati pertanto
alla moneta.
Tuttavia non mancano
casi di insolvenza:
la Spagna
dichiarò bancarotta
per 16 volte fra
metà ottocento e il
novecento.
Di recente il
governo argentino ha
rifiutato di pagare
i detentori di
titoli ed ha
cambiato moneta, e
tolto al peso
argentino corso
legale. Con
quest'atto l'Argentina,
rifiutandosi di
pagare i vecchi
creditori, ha
dichiarato
unilateralmente di
aver azzerato il
debito pubblico
nella vecchia
valuta. In realtà,
l'Argentina è stata
portata dai
creditori sui
tribunali
internazionali (USA
e Germania) nonché
ha contro di lei
un'azione mossa
presso la Camera
Arbitrale (ICSID)
della Banca
Mondiale. I bond
argentini a causa
del default
(cessazione dei
pagamenti) decretato
e ancora non
risolto, non hanno
accesso al mercato
nelle borse
internazionali,
essendo costretti al
mercato domestico
sotto legislazione
argentina.
L'esigenza di tenere
sotto controllo
l'espansione del
debito pubblico ha
due principali
motivazioni:
-
1) La prima è di
carattere
finanziario e
attiene alla
difficoltà di
finanziare il
debito pubblico
quando questo
cresce troppo
velocemente. Se
cala la fiducia
dei
sottoscrittori
dei titoli circa
la capacità del
debitore di
pagare gli
interessi e di
restituire il
capitale, il
finanziamento
del debito può
avvenire solo
corrispondendo
interessi più
elevati. Analogo
aumento degli
interessi
avviene quando
cresce la
tassazione del
risparmio, che
diminuisce
l'interesse
netto che resta
in tasca al
risparmiatore.
L'imposizione
fiscale aggiunge
poi un effetto
spiazzamento.
-
Se la spesa per
interessi
aggrava il
disavanzo
(deficit)
pubblico,
facendo
ulteriormente
aumentare il
debito, può
innescarsi un
circolo vizioso
in cui
all'aumento
vorticoso del
debito
corrisponde un
aumento della
spesa per
interessi, dei
deficit e quindi
del debito
pubblico.
-
Il taglio della
spesa corrente
per finanziare
il debito ha
effetti negativi
sul gettito
fiscale poiché
la spesa
pubblica è la
via principale
per stimolare la
crescita
economica.
-
2) La seconda
motivazione
riguarda il
cosiddetto
effetto
spiazzamento.
Se una parte dei
risparmi privati
finisce col
finanziare il
debito pubblico,
si sottraggono
risorse agli
investimenti
privati, con
conseguenze
negative sulla
crescita
dell'economia. È
l'effetto
spiazzamento.
È pur vero che
queste somme
sono distribuite
ai detentori dei
titoli, che sono
imprese, privati
e banche che
possono tornare
a prestare
questo denaro
per finanziare
lo sviluppo.
DISAVANZO
(DEFICIT) PUBBLICO
Per maggiori informazioni vedi
Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Disavanzo
(deficit) pubblico è il saldo negativo che
si verifica nel Bilancio annuale dello Stato
quando le uscite superano le entrate.
La presenza
di un deficit si può attribuire solitamente
ad un eccesso di spesa, a sua volta causata
da spese inattese o straordinarie, come una
guerra o una catastrofe naturale, oppure da
eccessi di spesa rispetto alle entrate,
dettati da precise politiche economiche di
sostegno alla domanda, da scelte politiche
finalizzate a creare e mantenere il consenso
politico, dall'incapacità o dal mancanza di
volontà di ridurre le spese superflue.
Per le
stesse ragioni il deficit può poi
attribuirsi anche politiche fiscali deboli,
che portano nelle casse statali meno denaro
di quanto necessario a coprire i costi della
pubblica amministrazione. |
Una
divisione assai tradizionale delle
posizioni in materia di deficit tra
forze politiche conservatrici e
progressiste, attribuisce alle prime
la volontà di ridurre quanto più
possibile il deficit dello stato o
addirittura di chiudere in pareggio
i conti pubblici, allo scopo di
mantenere ordine nei conti e di
contenere la spesa pubblica e il
ruolo dello stato nell'economia,
mentre alle seconde verrebbe
attribuito il desiderio di accettare
deficit pubblici strutturali, purché
finalizzati a sostenere la domanda e
quindi a far crescere l'economia.
La
presenza di un deficit pone la
questione della sua copertura.
Questa avviene solitamente con
l'emissione di del debito pubblici,
come BOT e CCT). In passato si è
anche fatto ricorso all'emissione di
moneta, soluzione abbandonata quasi
ovunque nel mondo perché ha effetti
fortemente inflattivi.
Il
deficit pubblico in senso lato viene
solitamente distinto dal deficit
o disavanzo primario che
considera la differenza tra uscite e
entrate al netto della spesa per
interessi sul debito pubblico.
Anche
se il deficit pubblico viene
misurato in termini assoluti,
indicando il suo ammontare in euro o
nella moneta in cui è espresso, gli
economisti preferiscono valutarne le
dimensioni relative, rapportando il
deficit al PIL del paese.